La semplice curiosità di conoscere per capire,
- un umilissimo tentativo di non voltarsi dall'altra parte
- il non voler avallare la semplicistica definizione del Biellese di isola felice,
- la consapevolezza che la mafia è parte integrante della storia d'Italia dalla sua Unità ai giorni nostri,
- la ancora più "pesante" consapevolezza che tuttora sia debole la volontà politica di conoscerla per poterla affrontare e di conseguenza vincerla.
Questi alcuni dei motivi che hanno spinto NOMAFIE BIELLA a mettere in piedi, a partir dall'ottobre 2012, un Osservatorio, una lente di ingrandimento sul nostro territorio partendo dalla lettura dei giornali locali: "Il Biellese", l"Eco di Biella", la pagina di Biella del quotidiano "La Stampa" secondo una griglia di argomenti riconducibili non solo alla legalità (termine per altro molto abusato) quanto soprattutto ad un modello di cittadinanza attiva e responsabile.
Tutto questo senza la presunzione di sostituirsi a chi è preposto a far rispettare le leggi tantomeno di trarne giudizi e conclusioni affrettate e superficiali.
Semplicemente con l'intento di mettere in luce quei "fattori" che hanno aiutato e possono aiutare a far crescere e penetrare la presenza delle mafie al Nord (la 'ndrangheta in particolare, quella più potente ed aggressiva) nessun territorio escluso tantomeno il Biellese.
Creare coscienza, consapevolezza per prevenire e far crescere "anticorpi civili", pur consapevoli delle difficoltà derivanti dalle fonti di informazione che non sono riconducibili ad uno scrupoloso giornalismo di inchiesta come richiederebbe la denuncia di un sistema pervasivo quale quello mafioso.
Un Osservatorio quindi come pungolo per la società biellese affinché il nostro non diventi territorio di accoglienza e "complice innocente" di un sistema di potere che minaccia la libertà e la cultura di un intero Paese.